Giovani, scoprite la preghiera!

Giovani, scoprite la preghiera!

Giovani, scoprite la preghiera!

            Cari ragazzi, in questo periodo c’è un grande bisogno di voi. Perché? Perché voi potete portare un pizzico di giovinezza che ci invecchia l’anima prima del dovuto, che ci trasforma in una generazione dall’animo triste, spento, che non può vedere niente di utile intorno.

            Mi piacerebbe se potreste portare un po’ di speranza e meno sospetti e paure. Più gioia e fiducia. Ma come? Tramite quale miracolo una generazione giovane potrebbe cambiare il mondo, potrebbe cambiare una mentalità che sembra diluirsi nei piaceri, sensazioni immediate e malate? Credo che questo passo si può fare solo scoprendo preghiere profonde, sincere, con il coraggio di mettersi in comunione con Dio.

            Mi manca la preghiera, quel gesto che ci permette di comunicare con Dio, il suo accompagnamento, i sentimenti di perdono e amore che fanno diventare l’uomo il bambino di una volta che si coccolava nelle braccia della mamma e che sentiva la pace suprema. Ma forse voi avete mai pensato alla grande forza della preghiera? Al suo significato? Alla sua profondità?

            La preghiera non è un gesto simile a quello dell’elemosina, è un legame continuo che ci aiuta a evitare qualsiasi male. È un’arma contro la negatività, dona tranquillità a te e agli altri, è il guardiano che aiuta a sorvegliarti da solo senza altra assistenza. Essa viene da Dio ed è indirizzata senza sosta verso di lui. Ma aspetta l’avviamento adatto e la nostra sincerità; una coscienza pulita, un intento altruistico, un corpo preparato per uno sforzo minimo ma edificante.

            Cari ragazzi, scoprite, per favore, il sentimento di pace, di tranquillità e di felicità interiore che vi regala la pratica della preghiera! La preghiera deve essere profonda, non lunga. E, attenzione! Non deve essere un piacere, o nirvana, come dice il Santo Padre Paisie Aghioritul, ma un sospiro causato da quello che potevi fare ma non ci sei riuscito! Deve avere inizio dal dolore, e non dalla ricerca quotidiana di soddisfare la richiesta illimitata di una mente pervertita che considera che gli spetta tutto. La preghiera è fatica, è la disciplina che ci aiuta ogni giorno a fare un passo in più verso Dio, affinché poi Lui ne faccia migliaia verso di noi. Preghiamo per noi o per chi ci circonda. Forse molte volte la nostra voce non ha il potere di persuasione, ma grazie alla preghiera abbiamo un Partner Che ci solleva il peso dell’impotenza, e Questo è Dio. È un Partner del quale non ci annoieremo mai e Che non ci condizionerà con alcuna cosa. Vicino a Lui saremo davvero liberi, potremo piangere o ridere, riconosceremo le nostre debolezze, accetteremo i nostri limiti, le nostre carenze. La timidezza non sarà interpretata come la mancanza di forza, l’incapacità di essere noi stessi. Anzi la solitudine sarà necessaria affinché ti dedichi alla comprensione del gesto che fai.

            Cari miei, la preghiera è sicurezza, soprattutto quando la vedete come una necessità. Quando la dite ad alta voce, in ginocchia o seduti, con la schiena dritta, sentite il potere di iniziare da capo, che la vita va vissuta qualunque cosa accada. Ogni giorno, quando dite una preghiera, a lungo termine, osserverete che la pace e la tranquillità diventeranno una componente del nostro modo di essere. Trasmetterete a chi vi circonda il messaggio: “Qui non si passa!” cioè vivrete in questo mondo senza però appartenerci, così come diceva il Santo Apostolo Pavel. Oppure se le nostre implicazioni influenzano gli altri, perché non scegliere la preghiera come azione che può produrre un effetto pacifico e costruttivo, al posto di parole che feriscono o gesti disgustosi che potremo rimpiangere? Sarebbe magnifico se potessimo capire che rinunciando alla vendetta lasceremo che Dio rimanga in debito con noi, così come diceva anche il Santo Siluan Atonitul. Una preghiera corta, detta a bassa voce, una preghiera detta con il cuore, Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore! È l’unica che cura anche i sentimenti più vecchi, sia a livello emozionale che mentale. C’è anche la preghiera letta, che ha il suo effetto benefattore. Solo che non deve essere meccanica, esteriore, rituale. C’è bisogno di tanta concentrazione, dobbiamo rinunciare ai pensieri superflui.

            Potrebbe risultarvi difficile pregare, perché questo gesto è in concordanza con il pensiero, ed entrambi con l’abitudine. La guerra interiore è permanente. L’amore verso Dio e la passione sono totalmente differenti, stessa cosa riguardo le loro conseguenze su di noi. Ma se tuttavia ci provate e non ci riuscite, è importante almeno che vi troviate nel posto giusto (nella chiesa), al momento adatto (Divina Liturgia o Acatisto) e lasciate che si occupino gli altri di quello che non siete in grado di fare – ovvero di pregare – affinché si diluiscano i residui accumulati con il tempo, fino a fluidificarsi e addirittura sparire.

            Il rinnovamento spirituale inizia con il VOLERE e continua con il POTERE. Inizialmente sei aiutato, affinché poi possa aiutare anche tu. Il Santo Padre Paisie diceva che saremo in grado di pregare solo quando dentro di noi non ci sarà più egoismo e vanagloria. Sì, è così, il cuore sconfitto e umiliato sarà degno dell’amore incondizionato di Dio. Niente non può essere più elevatore del pensiero che puoi lasciare come eredità quest’amore per Dio! Che benedizione! Perché attraverso questo dono che lascerai sulla Terra, sarai ripulito, perdonato e compassionevole da Colui Che mantiene generazioni e generazioni con la Sua presenza. Pertanto, seguite la giusta strada, giovani! Scoprite la preghiera, perché è il tempo di dedicarci ad essa più che mai!

Cristina Benga, 02 Aprile 2016

Fonte: ziarullumina.ro